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Arteterapia con i rifugiati latinoamericani.

Negli ultimi mesi il Messico è stato invaso da varie carovane di emigrati, di cui la maggior parte proviene dall’Honduras.

Alcune organizzazioni si occupano di loro, di accoglierli, regolarizzarli e sfamarli in primis e, non meno importante, organizzano attività ricreative e formative atte all’integrazione e all’educazione.

Una di queste attività è l’arte terapia. Ho avuto il grande piacere, insieme ai miei colleghi Nery Muñoz e Ivan Ocaña, di poter lavorare ad alcuni murales comunitari integrando all’attività gruppi di rifugiati.

Un progetto che mi è piaciuto particolarmente è stato quello in cui abbiamo dipinto il muro esterno di un Hotel, in quanto era decisamente misero e scadente ed ormai utilizzato proprio come centro accoglienza.

Il quartiere è proprio dietro il caotico mercato popolare, ugualmente decadente e malfamato, la sera soprattutto diventa pericoloso circolare per le strade.
Infatti io e i miei colleghi lavoravamo di giorno ovviamente e abbiamo “solo” avuto varie visite da qualche alcolizzato ed assistito a una cruenta rissa tra due ragazze che, apparse all’improvviso, si sono letteralmente picchiate a sangue.
Tutto ciò non è stato per niente carino dato che il tema del murale e di tutto il lavoro era centrato sulla settimana contro la violenza sulle donne…

Infatti il muro l’abbiamo preparato e dipinto insieme ad un gruppo di sole donne, migranti da Paesi diversi, ognuna con la propria difficile storia.

Molte di loro hanno camminato giorni e giorni in cerca di salvezza, rette dalla speranza di una vita migliore; qualcuna è dovuta scappare abbandonando la famiglia, quelle con bimbi hanno camminato con i loro piccoli al seguito, alcune incinta e altre completamente sole..

Il mio lavoro è stato quello di riunire questo gruppo di povere donne stanche e distrutte dagli eventi e lavorare con loro per creare il progetto del muro, integrandole alle varie fasi del processo creativo: dall’idea all’esecuzione. È stato bellissimo vedere come, in una situazione così drammatica, poco a poco gli animi si siano accesi, incuriositi e stimolati.

Sentirsi utili e parte di un progetto artistico le ha rallegrate, l’obiettivo comune le ha tenute occupate, unite e decisamente di un ottimo umore, specie considerando la situazione.

Il progetto è durato 15 giorni, le migranti erano in una situazione di passaggio in cui erano accolte per avere il tempo di organizzare i documenti per regolarizzare la loro presenza in Messico, quindi alcune nel frattempo andavano via, altre invece arrivavano.

Sono stata orgogliosa di lavorare con loro, siamo riuscite nonostante tutto a formare un bel gruppo collaborativo, è stato uno stimolo per socializzare e diminuire notevolmente lo stress, ho visto i loro volti rilassarsi migliorando giorno dopo giorno. Le ho viste ridere e scherzare e questo è stato davvero impagabile.

Nel muro abbiamo dipinto una mamma abbracciata alla sua bambina, adornate dalla luna, una casa e coperte colorate. Una scena notturna, un rifugio in un cammino oscuro ma, come titolo e frase del murale abbiamo scelto “el sol sale para todos” il sole sorge per tutti. Parole scritte da una ragazzina con cui abbiamo sviluppato l’idea del messaggio del muro  richiamando speranza e uguaglianza.

Abbiamo poi lasciato degli spazi liberi in cui le rifugiate potessero scrivere i loro nomi o alcune frasi e lasciato spazio anche ad alcuni bimbi che si sono adoperati felici.

In parallelo, il mio collega Ivan ha lavorato con un gruppo di uomini facendo un laboratorio di serigrafia e, per chiudere l’attività, i ragazzi hanno creato e regalato una maglia per ogni rifugiata.

Abbiamo chiuso in bellezza mangiando tutti insieme con la musica a tutto volume (che in Messico non manca mai <3). È stato molto bello, un lavoro che mi porterò sempre nel cuore, un esperienza umana e artistica che mi ha arricchito tanto.

L’arte che unisce i cuori e aiuta ad abbattere le barriere (in questo caso anche le frontiere), lasciando andare per un po’ le preoccupazioni ma non facendo finta che non esistano, semmai abbassando molto i livelli di stress e paura grazie al sentirsi accolti e parte di qualcosa di bello.

 

Ulteriori approfondimenti: https://www.unhcr.org/news/stories/2019/1/5c41fa414/central-american-women-find-safety-strength-mural-painting.html

 

 

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