3ANna2019

Il mio 2019: l’arte dentro

Questo 2019 è stato molto intenso. L’ho passato prevalentemente studiandomi. Mi sono presa il tempo di vivere me. Le mie emozioni, i miei stati d’animo, i miei respiri, i miei vuoti, paure, tristezze, desideri, gioie. E la mia arte.

Ho tolto il superfluo e ho solo voluto sentire me. Io individuo, io donna, io tutto.

In questo mondo rumoroso, in questa società piena di doveri, in questa realtà social #tuttifelici e sorridenti spesso non è facile sentirsi, capire dove finisco io e iniziano gli altri, se un problema è davvero mio o è un problema tuo, se un desiderio è il mio o se me l’hanno messo in testa gli altri.

Via tutto.

 

Prima fase: l’arte fuori.

Dopo il Messico sono tornata nella mia Terra, a Cagliari, carica e volenterosa di divulgare e condividere le svariate attività artistiche che ho vissuto, appreso e sviluppato in America.

Ho iniziato riversando le forti emozioni del mio viaggio sulle tele e realizzando una mia mostra personale in un bellissimo spazio in centro, creando un percorso in cui il pubblico potesse vivere il mio percorso artistico.arte

Una mediocre affluenza ma con l’assurda assenza dei galleristi, curatori, e gli altri artisti che non si sono presentati. Sono quindi tristemente tornata alla realtà sarda in cui i 4 gatti che la abitano si fanno la guerra tra loro, non si collabora e si continua a restare indietro anni luce.

E va beh, stendo un velo pietoso sull’accaduto, mi rimbocco le maniche e mi accingo allo sviluppo di altri progetti.

Scrivo alle pro loco, invio proposte atte al miglioramento dei paesi, progetti di opere murarie, laboratori di arte terapia per bambini e anziani. Bellissimi progetti, utili, sostenibili ed economicamente realizzabili.

Dalla valanga di proposte ho ricevuto due risposte: un pollice alzato (giuro) e un altro sterile ma onesto “non siamo interessati”.

L’arte qui non interessa. L’arte è qualcosa di superfluo, strano, complicato da comprendere magari. Perché solo i curatori possono criptare i segreti dell’arte e dire ai poveri babbani cosa è arte e cosa no, cosa vale e cosa no.

Di conseguenza, un comune mortale perde la capacità di valutare e scegliere da solo cosa ammirare e, non sia mai, di acquistare!

Si compra solo se ha millemila visualizzazioni, se è di moda, se gli altri pensano che è fichissimo insomma.

E quello che pensi tu? E quello che senti tu? Questo punto si è perso.

 

L’introspezione.

Purtroppo e per fortuna sono munita di forte empatia ed estrema curiosità che mi porta ad osservare costantemente ciò che mi circonda e vedo (e sento) eserciti di mummie apatiche che passano la vita lavorando per far soldi per comprare cose che gli altri trovano cool.E più sono cool e più costano. E più costano, più ce l’hanno tutti e più… sparisco. Fuori e dentro. arte

Ma è tutto così, l’industria dell’arte dice che cosa ha valore e cosa no, la pubblicità ci illumina su milioni di necessità che non abbiamo, gli influencer sui vestiti che dobbiamo comprare, gli hastag su quello che dobbiamo fotografare!

Un gran chiasso di vuoto. Ed è stato qui, dunque, che mi sono rintanata in me. Non è stato facile ma mi sono trovata, ed è stato bellissimo.

Non ho più scritto sul mio blog, non ho più organizzato esposizioni, non ho più cercato di essere notata e ascoltata.

 

Vivi di arte?

Ho sempre viaggiato tanto ma è sempre e solo qui, in Italia, che le persone mi chiedono se l’arte è il mio lavoro.

Custodiamo il 70% di patrimonio artistico MONDIALE… ma proprio qui l’arte è vista come una cosa strana, essere artisti è strano.

In effetti un po’ strana lo ero, volevo essere capita da persone che io in primis non capisco.

In Sardegna poi peggio che mai. Essendo nata qui ho sempre avuto a cuore questa meravigliosa isola cercando di apportare qualcosa di nuovo, bello o utile ma è sempre stata, per lo più, un’estenuante lotta contro il nulla.

Quindi basta.

In realtà ho capito che non ho a cuore questa terra più di altre, il mondo è un unico meraviglioso luogo e, ora più che mai posso testimoniare che l’arte è assolutamente una necessità umana che smuove sensi, emozioni, intelletto, corpo e anima.

E penso sia compito di ognuno di noi scoprire la propria arte.

Così ora a chi mi chiede se l’arte è il mio lavoro rispondo di no. Non è un lavoro e non è un hobbie, l’arte è il mio stile di vita, l’arte è dentro me.

Per lavoro disegno e dipingo. Creo immagini con l’intento di condividere il mio mondo interiore, sollecitare le emozioni altrui e offrire una vibrazione animica a chiunque si dia l’opportunità di vedere e contemplare la bellezza.

 

 

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